Etimologicamente (dal greco), la miopia è il chiudersi dell’occhio.
E’ ovvio che se si chiudono completamente gli occhi non si vede più nulla, ma la particolare espressione degli occhi che si socchiudono (sguardo da miope) aiuta in realtà a mettere maggiormente a fuoco gli oggetti lontani.
Ciò che avviene nell’occhio del miope è che l’immagine lontana non viene focalizzata esattamente sulla retina, ma davanti ad essa all’interno del bulbo oculare, per cui il compito della lente graduata (per i differenti livelli di miopia) è quello di riportare correttamente l’immagine sulla retina al fine di vederla chiaramente a fuoco.
Il termine miope, come spesso accade, assume anche un altro significato per indicare la scarsa capacità di vedere (o meglio, considerare) le cose con lungimiranza: aspetti e conseguenze lontane nel tempo per i loro possibili effetti e sviluppi futuri. Chi manca di perspicacia, di lungimiranza, di mancata visione delle conseguenze è quindi definito miope riguardo lo specifico argomento: una dirigenza miope, una politica miope, eccetera.
A simboleggiare un uomo miope, anche in senso lato, che non vede oltre il proprio naso ci pensò John Hubley, che nel 1949 ideò una serie animata con il protagonista Mr. Magoo: Quincy Magoo, un ricco anziano, basso, calvo e miope come una talpa, che con il suo fedele cane McBarker si avventura con noncuranza in situazioni pericolose riuscendo comunque sempre a farla franca con una buona dose di fortuna.
Mr. Magoo, un uomo che non vede veramente, ma che non si rende conto che tutto quello che crede di vedere non corrisponde alla realtà.
Di tutt’altra pasta è colui che, secondo un proverbio della saggezza popolare, pur sentendo/vedendo molto bene sceglie volutamente di non sentire/vedere, e lo fa con tale ostinazione e convinzione da risultare il peggiore di tutti.
In ogni caso, è meglio vederci chiaro!