Gli Smart Glass non hanno avuto il successo sperato

Gli Smart Glass non hanno avuto il successo sperato

Dopo l’epifania, che tutte le feste porta via, inizia un nuovo decennio e si assiste quindi ai giudizi e ai resoconti del decennio passato. Tra questi, può saltare all’occhio l’insuccesso degli smart glass (occhiali smart), meglio conosciuti con il marchio di Google, che ha maggiormente promosso i propri Google Glass.

Si tratta di un paio di occhiali equipaggiati da un dispositivo in grado di aggiungere, a quanto si vede naturalmente, la cosiddetta realtà aumentata. Il dispositivo prevede un display, una fotocamera, della memoria, la possibilità di connettersi via Wifi o Bluetooth, e un assistente vocale per ricevere le istruzioni.

Potenzialmente si potrebbero inquadrare degli oggetti, ed un software potrebbe riconoscerli e far apparire, in aggiunta, delle informazioni digitali: immaginiamo di essere davanti ad un ristorante e poter vedere proiettato digitalmente il relativo menù, oppure essere davanti ad un monumento e poter far partire un audio con il relativo racconto storico e artistico.

E’ poi anche ovvio che si avrebbe una telecamera potenzialmente sempre attiva che vede tutto e che potrebbe registrare tutto, per cui si pone la questione del rispetto della privacy: e questo potrebbe essere un forte freno alla diffusione e alla gestione di questo strumento.

Del resto, allo stato attuale, non sarebbe proprio proponibile andare in giro indossando, oltre agli occhiali, una pettorina con il simbolo di “Area Videosorvegliata” chiedendo a tutte le persone che si vedono di firmare un foglio per il consenso.

Il decennio passato forse ci ha dato solo un assaggio di quanto sia possibile già oggi, solo che probabilmente non siamo ancora del tutto pronti a proiettarci nel futuro con così tanta innovazione tecnologica, mentre magari è già tutto possibile anche con le sole lenti a contatto (e magari già in dotazione agli 007).

Probabilmente bisognerà aspettare che tutto ciò si integri maggiormente, e con più stile, con gli occhiali a cui siamo abituati, e che raggiungano e superino tutte le funzionalità che oggi ci danno gli smartphone. Forse un giorno smetteremo di camminare chini sul telefono, continuando ad essere tecnologici e multimediali ma dando, al tempo stesso, anche il giusto spazio alla “realtà reale”. 

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