Il 25 settembre ricorre l’anniversario della nascita di Ishihara Shinobu, un nome che, per chi lavora nel campo dell’oftalmologia, è sinonimo di una scoperta rivoluzionaria. Nato nel 1879 a Tokyo, Ishihara non solo dedicò la sua vita alla medicina, ma lasciò un’impronta indelebile nella diagnosi del daltonismo grazie alla creazione delle famose tavole di Ishihara.
Dopo aver studiato medicina all’Università Imperiale di Tokyo, Ishihara si specializzò in oftalmologia e continuò la sua formazione in Germania, uno dei centri di eccellenza in questo campo all’epoca. Tornato in Giappone, assunse una posizione di prestigio come professore e direttore del dipartimento di oftalmologia presso l’Accademia Medica dell’Esercito Giapponese.
Fu in questo contesto che sviluppò quello che sarebbe diventato uno strumento fondamentale per la diagnosi delle anomalie nella percezione dei colori: le tavole di Ishihara.
Le tavole di Ishihara sono una serie di immagini circolari composte da punti di vari colori e dimensioni, che formano numeri o simboli visibili solo a chi ha una percezione normale dei colori. Chi soffre di daltonismo, invece, non riesce a distinguere correttamente questi numeri o vede simboli diversi.
La creazione delle tavole, nel 1917, è stata rivoluzionaria perché per la prima volta esisteva un test semplice e affidabile per diagnosticare il daltonismo. Nonostante siano passati più di 100 anni dalla loro introduzione, le tavole di Ishihara sono ancora oggi uno degli strumenti più usati a livello globale per diagnosticare i difetti della visione cromatica.
Il daltonismo, o discromatopsia, è un difetto della visione che compromette la capacità di distinguere alcuni colori. La forma più comune è la difficoltà a distinguere tra rosso e verde, anche se esistono altre varianti. Il daltonismo è una condizione genetica che colpisce soprattutto gli uomini (circa l’8% della popolazione maschile contro lo 0,5% di quella femminile), poiché è legata a un gene sul cromosoma X.
Esistono diverse forme di daltonismo:
- Deuteranopia: incapacità di distinguere il verde.
- Protanopia: difficoltà nel percepire il rosso.
- Tritanopia: meno comune, riguarda la difficoltà nel vedere il blu e il giallo.
Per chi soffre di daltonismo, le sfide quotidiane possono essere sottili ma costanti. La difficoltà a distinguere i colori può influenzare la scelta degli abiti, l’interpretazione di segnali stradali (soprattutto semafori), la lettura di mappe o l’uso di dispositivi elettronici. Anche in ambiti professionali, come il design grafico, la moda o l’ingegneria elettrica, il daltonismo può rappresentare una barriera.
Tuttavia, molte persone con daltonismo imparano a convivere con questa condizione sviluppando strategie alternative per interpretare il mondo visivo.
Ishihara Shinobu ha gettato le basi per una maggiore comprensione della percezione visiva, e il suo lavoro continua a essere di grande rilevanza anche oggi.